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Gaeta: La Montagna spaccata

Gaeta: La Montagna spaccata

Dal porto di Gaeta, sarà possibile individuare delle indicazioni che ci condurranno alla famosa Montagna Spaccata e alla Grotta del Turco. Si tratta di uno spettacolo della Natura, che racchiude in sé tantissime storie e leggende.

Entrando nel luogo che contiene tutte queste meraviglie, la prima cosa che noteremo sarà il Santuario della SS. Trinità, detto anche Santuario della Montagna Spaccata, che fu edificato nell'XI secolo, e che sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella Grotta del Turco.

In questo Santuario vi pregarono numerosi pontefici, tra cui Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, San Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo e San Filippo Neri.

A quanto racconta la leggenda, la spaccatura della montagna si creò nel momento in cui dal Paradiso venne cacciato Lucifero, che cadde nel mare: la terra inorridita si spaccò in due… e con essa la montagna.
Fuori dal santuario possiamo dirigerci verso la Montagna Spaccata, passare attraverso alla spaccatura, salire i gradini irregolari scavati nella pietra, e notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta Mano del Turco.

Questa impronta è legata un'altra leggenda che vede come protagonista un turco gigantesco, che abitava la Grotta della montagna spaccata.

Un giorno il Turco osò sfidare la potenza di Dio, e per questa sfida ancora oggi vediamo la sua impronta nella montagna, visto che Dio sciolse sotto la sua mano appoggiata la montagna stessa.

Un'altra leggenda di Gaeta vede la spaccatura della Montagna per la morte del Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Salendo le scale arriveremo ad un punto di osservazione davvero affascinante, passando oltre tutto vicino al giaciglio di San Filippo Neri, che eremita, passò qui gli ultimi anni.

Tornando sui nostri passi possiamo scendiamo nel cuore della Grotta del Turco, forse la parte più bella e suggestiva tra tutte. Centinaia di scalini che costeggiano la parete, protetti da un sottile corrimano, e giù ad aspettarci un mare con dei colori unici che vanno dal verde smeraldo, al blu degli zaffiri, e l'uscita, tipo porticina verso il mare aperto.
Parlarne non rende l'idea, la cosa migliore è scendere e ammirare con i propri occhi, quel bagliore irreale accompagnato dal ritmico respiro del mare.

Nel 1434 dall'alto dei due costoni di roccia che hanno dato origine al nome di montagna spaccata, si staccò un macigno che andò ad incastrarsi più in basso tra le pareti della fenditura. Su di esso venne realizzata una piccola cappella dedicata al Crocifisso che è proprio di fronte al giaciglio di San Filippo Neri.

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