Caprera - Isola di Garibaldi
Isola Caprera. quando, nel 1855, Garibaldi vi si stabilì, Caprera era disabitata: vi sorgeva una sola, vecchia costruzione. Oggi l'isola, che ha una superficie di circa 16 Km quadrati, non supera i 150 abitanti.
Come arrivare a Caprera
Per raggiungerla si parte da Palau (Sassari), con i frequentissimi traghetti della Tirrenia o di altre compagnie di navigazione che, in circa 15 minuti, portano alla Maddalena; da qui, attraverso la diga del Passo della Moneta, si giunge a Caprera.
La visita della casa di Garibaldi a Caprera
La visita guidata alla casa di Garibaldi, restaurata e trasformata in un museo, è possibile dal martedì al sabato ore 9-13,30; la domenica ore 9-12,30. Oltre all'edificio centrale, la "Casa Bianca" si possono visitare tutte le strutture del cosiddetto Compendio Garibaldino, l'insieme di quelle che furono le proprietà del generale: il cortile con il grande albero dedicato alla figlia Clelia, l'abbeveratoio, il frantoio, il mulino, la stalla, la "casa di legno", la "casa di ferro", la rimessa delle barche.
E poi ancora il frutteto, il mulino a vento e il forno. La tomba, posta al termine di un lungo viale, è formata da un blocco di granito, ai cui lati sono i sarcofaghi dell'ultima moglie, Francesca Armosino, e dei figli Rosa, Anita, Manlio, Clelia e Teresita.
La casa di Giuseppe Garibaldi è una casa semplice quella in cui trascorse gli ultimi ventisei anni della sua vita. Bianca, in muratura, con il tetto a terrazza, simile a parecchie delle abitazioni che egli ebbe occasione di vedere nei lunghi anni passati a Montevideo e negli altri luoghi in cui combattè per la libertà dei popoli sudamericani. Garibaldi cominciò a costruirla nel 1856, pochi mesi dopo il suo arrivo a Caprera. L'anno precedente, con l'eredità lasciatagli dal fratello Felice, a veva deciso di acquistare metà dell'isola.
Per qualche tempo, lui e il figlio Menotti, che allora aveva sedici anni, dormirono in un ovile restaurato.
Poi costruirono una casetta di legno, conservata ancora oggi, iniziando allo stesso tempo l'edi-ficazione della "Casa Bianca", completata dopo un anno. Fu a quel punto che Garibaldi decise di stabilirsi definitivamente nell'isola. Era contento di fare vita solitaria in quel luogo in gran parte disabitato e sassoso.
Poteva coltivare la sua passione per la caccia e per la pesca, amava quella natura selvaggia e incontaminata. Oggi però Caprera è diversa: non più arida come allora, ma coperta da una fitta vegetazione. Ed è stato proprio Garibaldi a darle questo volto nuovo.
Garibaldi che, come testimoniano i numerosi documenti conservati nell'archivio comunale della Maddalena, accompagnava sempre alla sua firma la qualifica di "agricoltore". Nell'isola, il generale fece crescere piante di ogni tipo: cipressi, frassini, pini, acacie, così poco comuni nell'arcipelago maddalenino.
Nell'insenatura di Stagnali, zona sud dell'isola, si trova un imponente forte della Marina italiana che risale alla fine dell'800: è abbandonato, ma interamente percorribile.
Alla Maddalena è interessante il museo archeologico navale Nino Lamboglia, unico nel suo genere, che ospita tra l'altro i resti di una nave romana naufragata nel II secolo avanti Cristo al largo dell'isola di Spargi. Il museo è aperto tutti i giorni, tranne il lunedi, dalle 9 alle 13.
Il monte Guardia Vecchia, che con i suoi 156 metri è il punto più alto dell'isola, è occupato sulla sommità da un torrione piemontese ottagonale detto appunto forte di Guardia Vecchia.
Vasta la scelta di specialità gastronomiche, cominciando dai piatti di mare: arselle e cozze, spaghetti con i gamberi, con l'aragosta o la bottarda essiccata.
Per l'artigianato ci sono numerosi negozi in cui è possibile trovare i prodotti tipici locali: dai tappeti lavorati a mano agli oggetti in corallo.
Il 22 luglio festa patronale di Santa Maria Maddalena, con processione sulle barche da Cala Gavetta al pontile dell'Ammiragliato. In agosto, sempre alla Maddalena, sagra del pesce e "il caracolo", festival canoro in dialetto locale.