Museo Del Tessile a Busto Arsizio
Tante fabbriche chiusero ed il cuore industriale di Busto cominciò a battere più piano... Si assistette all'agonia di un "grande gigante" , un "Eroe" che portò ricchezza non solo in Lombardia ma in tutta l'italia. Negli anni ' 90 l'Amministrazione Comunale di Busto Arsizio decise di fare qualcosa per rendere omaggio alla tradizione industriale bustocca.
Scelse quindi una sede per creare un Museo. Rilevò una fabbrica dismessa, la più bella ed appariscente. Nell'800 i capannoni industriali non erano "anonimi" e senza anima come adesso ma espressione d'arte.... L'architettura stessa voleva esprimere la potenza e l'originalità della famiglia proprietaria. La fabbrica, di cui sto parlando, è l'ex cotonificio "Bustese", uno dei più grandi della città e fatto costruire dalla famiglia Ottolini.
Il progetto fu ideato addirittura da Camillo Crespi Balbi, allievo di Arrigo Boito, ed il suo tocco artistico lo si nota dalla munumentale struttura della fabbrica assomigliante ad un castello con due torri.
Il 30 gennaio 1997, dopo anni di restauri, l'Amministrazione Comunale inaugura ufficialmente il "Museo del Tessile e della tradizione industriale". L'austerità della struttura è stata addolcita dalla presenza di un giardino pubblico, dove i bambini possono allegramente giocare davanti al colosso che ha contribuito al benessere dei loro nonni.
L'ingresso del Museo è gratuito (giorno di chiusura lunedì), e gli orari di apertura sono i seguenti:
dal martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00 e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Per agevolare la visita vengono date delle audioguide ma di solito si trova sempre qualche custode che molto gentilmente ci guida attraverso un viaggio "storico - industriale".
Entriamo ora nel cuore del Museo. Il percorso si estende su tre piani, compreso il piano terra e le due torrette. Al piano terra, oltre ad una sala conferenze, troviamo i primi macchinari delle filature, le grandi macchine per la tessitura ed il finissaggio ed i primi sistemi rudimentali di antiinfortunistica (estintori ottocenteschi).
Il primo piano è dedicato alla storia della lavorazione "Jacquard", dagli antipodi al computer. Inoltre è presente la presentazione delle fasi di confezionamento e spedizione delle pezze. Nel centro della sala sono posizionati degli espositori dove vengono ricordati i "Padri" dell'industria bustocca. Questo piano è anche importante perchè èpresente la "sala delle esperienze" un laboratorio dove è possibile toccare con mano il cotone da semplice fiore a tessuto finito (molto utile a studenti e non vedenti).
Il secondo piano, per me il più bello. è dedicato alle fasi di tintoria e stampo del tessuto. Ma non solo! Infatti si possono ammirare tanti prodotti finiti che vanno dal corredo delle nostre nonne alle nuove fibre sintetiche.
Troviamo quindi vecchie macchine da cucire "Singer" e nuovi tessuti usati nell'industria spaziale (è presente una tuta dell'astronauta Malerba autografata), nello sport (come il sedile di una Lotus di F1 utilizzata da Hakkinen), e nell'altamoda (abito della collezione Gattinoni).
Infine è presente un reparto dedicato alla vita in ufficio con curiosi regolamenti molto datati. Per quanto rigurda le torrette una è dedicata alla fotogarafia dell'800 e l'altra al "calzaturificio Borri", un'altra fabbrica entrata nel mito industriale di Busto Arsizio.
A grandi linee e stato presentato il "Museo del Tessile e della tradizione industriale" e ei suoi orari d'apertura - il periodo migliore per una visita è quello prima di Natale infatti le sagome delle torri vengono illuminate da migliaia di lampadine.
Sul viale d'accesso sono posizionata tante banccarelle illuminate in stile natalizio e ...Udite! Udite! viene allestista una suggestiva pista di pattinaggio su ghiaccio. A bordo pista si possono bere aperitivi allo Champagne con stuzzichini di pesce.
Infine in un'ala del Museo è possibile cenare in un ristorante tirolese con musica dal vivo.