Il Museo Nazionale Ferroviario
Fu realizzato laddove sorgeva il Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa, struttura concepita da Ferdinando II di Borbone (1840), prima come industria siderurgica e in seguito come fabbrica di locomotive a vapore dopo essere stata una sorta di accademia per gli ufficiali navali borbonici impiegati come macchinisti.
La città di Napoli fu, durante i primi decenni dell'Ottocento, all'avanguardia nel settore dei trasporti, arrivando a detenere, tra gli altri, importanti primati quali del primo piroscafo che attraversò il Mediterraneo (1818) e della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici appunto inaugurata il 3 ottobre 1839; anche sulla base di ciò il grande opificio reale fu potenziato e fu luogo di costruzione di centinaia di locomotive a vapore.
La struttura fu visitata dal generale Alfonso La Marmora, su mandato del governo piemontese, mentre lo zar di Russia, Nicola I manifestò l'intenzione di prendere Pietrarsa a modello per il complesso ferroviario di Kronstadt.
Dopo l'Unità d'Italia una parziale dismissione degli impianti portò a un ridimensionamente di Pietrarsa che successivamente al 1885 fu adibita a officina di "grandi riparazioni", cui seguì un lento ma inesorabile declino, culminato con l'inizio dell'elettrificazione delle ferrovie avvenuta a partire dal 1930 e dal successivo impiego del motore diesel dal 1950.
Fu così deciso, il 15 novembre 1975 di fare di Pietrarsa un museo ferroviario a tutti gli effetti, sfruttando i vecchi capannoni della prima fabbrica di locomotive d'Italia.
Dopo un lungo periodo di ristrutturazione il museo è stato riaperto il 19 dicembre del 2007.
Costituito da un unico enorme padiglione esteso circa 36.000 metri quadrati, ospita 26 locomotive a vapore, quattro locomotive elettriche trifase, quattro locomotive a corrente continua, cinque locomotori diesel, due elettromotrici, cinque automotrici e dieci carrozze passeggeri.
Interessante è il Treno reale, convoglio di undici vagoni, costruito nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio, mentre di recente è stata acquisita la vettura presidenziale offerta nel 1989 da Francesco Cossiga.
Inoltre nel museo trovano spazio anche le celebri locomotive Gruppo 290, Gruppo 835, 480, Gruppo 691 e E.326, o l'antico locomotore elettrico trifase, l' E330 (1914), autentici gioielli della storia ferroviaria italiana.
Molto imponente è la statua di Ferdinando II di Borbone, maestosa opera tra le più grandi raffigurazioni statuarie fuse in ghisa e di rilievo il bel salone reale stile liberty dal soffitto in oro zecchino e dal tavolo in pregiato mogano esotico.
Le locomotive sono esposte all'interno di alcuni capannoni montati di recente all'interno del famoso Palazzo Reale di Portici dove si trova anche la facoltà universitaria di botanica, comprendente l'orto botanico che è possibile visitare.