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Il Duomo di Modena

Il Duomo di Modena

Il Duomo di Modena risale al 1099, quando fu edificato sul luogo dove prima sorgevano altre due chiese già a partire del V secolo. I lavori furono affidati all’architetto Lanfranco, al quale si successero nel 1167 maestranze provenienti da Campione d’Italia, che completarono la Cattedrale, aggiungendo la torre campanaria e abbellendo l’interno con decorazioni e l’esterno della chiesa con il bellissimo rosone in stile gotico.
Nel corso degli anni si fecero interventi di ristrutturazione e lavori per migliorare la struttura nel suo insieme; ad esempio verso la fine del 1800 si abbassò la pavimentazione per rendere l’interno più slanciato. Comunque, anche se gli interventi nel Duomo di Modena sono sempre stati numerosi, non si è modificata la struttura originaria, in magnifico stile romanico.

Il Duomo di Modena, insieme alla torre campanaria, nota come la Ghirlandina e la Piazza Grande, dove si affaccia appunto la chiesa, sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997. La chiesa è a tre navate; dalla navata centrale scendono dei gradini che permettono di raggiungere la cripta in cui sono raccolte le spoglie di San Geminiano, patrono di Modena.

Per la maggior parte la cripta è rimasta nel suo stile originale, come quando fu costruita tra il 1099 ed il 1106; solo la porzione dove si trova il sepolcro del Santo è stata modificata nel 1700. Attrazione indiscutibile nella cripta è il presepe in terracotta costituito da statue a grandezza naturale; questa opera è nota anche come Madonna della pappa, per via dell’atteggiamento della fantesca che sta soffiando sulla pappa da porgere al bambino.

La cripta nei secoli è stata anche luogo di sepoltura dei vescovi di Modena ed infatti ancora si possono notare sul pavimento e sulle pareti le lapidi funerarie.

L’importanza del Duomo di Modena sta nel fatto che si è riuscito a mantenere intatto l’originario stile romanico, anche se con alcune aggiunte, cosa che non è riuscita in molte altre chiese italiane, dove questo stile si è andato perdendo con successivi restauri, ritocchi ed aggiunte.

Il Duomo di Modena è ricco di sculture e per questa sua caratteristica è stato definito anche “Bibbia di pietra” o “Bibbia dei poveri”, in quanto raffigura santi e varie scene tratte dalla Bibbia, così che anche gli analfabeti potevano apprendere nozioni di religione, senza leggerle in nessun libro, ma semplicemente osservando questi bassorilievi.

Per completare la visita non si può non ammirare la Ghirlandina, la suggestiva torre campanaria della chiesa; con i suoi 86 metri di altezza si può scorgere da qualsiasi punto della città ed è divenuto il simbolo di Modena. La punta ottagonale era stata voluta dai Maestri di Campione d’Italia, che tra il 1200 ed il 1400 lavorarono per completare ed abbellire il Duomo.

Il nomignolo Ghirlandina è da mettere in relazione con le due ringhiere di marmo che ornano la punta, in quanto tali strutture sono dette proprio ghirlande. Arrivando nella parte più alta della torre campanaria si gode di uno spettacolo meraviglioso sulla città.

Un particolare della piazza Grande merita di essere menzionato, ovvero la “Preda Ringadora” (letteralmente la pietra dell’arringa) che si trova adiacente al Palazzo Comunale. Su questo grosso masso marmoreo, nel Medioevo, salivano gli oratori, ma non solo, veniva utilizzato anche per eseguire condanne a morte ed esporre i cadaveri al fine di poterli far identificare.
Il Duomo di Modena è pertanto uno dei quei capolavori di architettura che vale la pena di visitare.

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